Salendo per la via, le gambe spingono e i piedi affondano tra le pietre e ti slanci verso l'alto. Proprio come fa il pino cembro che rimane quasi sospeso tra roccia e cielo. Arriva un punto della vita dove occorre trovare forza, anche quando intorno a te la radura è bruciata dal sole
Quando ci fermiamo in questa stabilità, nell'osservazione e nell'accoglienza consapevoli, accediamo alla dimora di fermezza e tenacia che hanno le rocce, le piante, gli animali. Solo quando la mente chiassosa si fa da parte, possiamo connetterci con la natura a un livello profondo e andare oltre il senso di separatezza dell'eccessivo pensare.
Ecco qualche esempio di itinerario in consapevolezza:
Itinerari di consapevolezza
Premesso che ogni camminata fatta con attenzione, cioè direzionando la propria consapevolezza e intenzione all'atto in sé del camminare, può essere un'occasione di ricerca di senso e libertà, in questa sezione raccogliamo itinerari e percorsi fatti da chiunque voglia collaborare nella raccolta delle informazioni e del suo essere stato presente al cammino. In questo senso questo sito non è una raccolta di sentieri per chi fa trekking, cioè una collezione di tracciati e di dati tecnici, ma piuttosto l'insieme delle esperienze che ci hanno permesso di realizzare un percorso, dentro e fuori di noi. Cosa è cambiato prima di partire, durante la camminata e dopo? Come ci sentivamo? Abbiamo provato delle sensazioni fisiche, dei fastidi? Che pensieri arrivavano? Queste potrebbero essere alcune domande che possiamo porci una volta che torniamo a casa.
Gli itinerari della via della lentezza sono divisi per ambiente, rappresentando una sorta di connessione con l'elemento naturale ed energetico che li rappresenta: avremo quindi itinerari di terra (per esempio con boschi, foreste, alpeggi, prati, colline, pascoli, etc.), di acqua (lago, cascata, fiume, torrente, mare, etc), di aria (se andiamo molto in alto verso le vette e sopra di noi non abbiam più nulla, quindi anche camminare in quota, o in cresta, su un sentiero che unisce delle dorsali, per esempio).
Andremo ad indicare anche dati utili per il viandante: tempi di percorrenza, condizioni del sentiero, tipo di itinerario (vedi sopra), zone di rifugio o di interesse artistico, storico, naturalistico e luoghi del cuore, cioè un posticino dove abbiamo potuto apprezzare particolarmente la connessione tra noi stessi e la natura. Possiamo anche descrivere in poche righe il tipo di situazione che abbiamo vissuto in quel momento e che cosa è accaduto. Questi itinerari non necessariamente devono avere un posto di arrivo preciso, cioè un rifugio o un bivacco. Possono essere anche parti di un sentiero che magari si praticano un pò alla volta oppure che ci portano in un luogo del cuore (un grande albero, un laghetto, una roccia, un rustico abbandonato, una cappelletta, etc.). In questo modo l'itinerario acquista una valenza sensoriale e percettiva molto forte e soggettiva andando ben oltre all'aspetto topografico in sè. Nella tappa qui sotto trovate un esempio. Ognuno di voi può scrivere e mandare itinerari via mail (sezione contatti).
MONEGLIA, STAZIONE FS - DEIVA MARINA
- Regione: Liguria
- Durata: 1 ora e 30 minuti
- Difficoltà: escursionistico
- Natura: 75%
- Percorribilità: piedi

